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Alberto Pisa

(Ferrara 1864 – Firenze 1930)

Il ponte di Charing Cross, Londra, 1901

Olio su tela, cm 87 x 122,5
Museo dell’Ottocento, inv. 590

Alberto Pisa, pittore ferrarese della stessa generazione di Previati e Mentessi, studiò a Firenze in contatto con l’ambiente dei macchiaioli, per poi trasferirsi a Londra dove rimase per quasi trent’anni. Agli inizi del Novecento i dintorni di Charing Cross, cuore della metropoli industriale, furono rappresentati da molti artisti fra cui Monet, Sisley e Pissarro che, dopo essere stati esuli nella capitale inglese all’inizio degli anni Settanta dell’Ottocento per sfuggire alla guerra franco-prussiana, vi tornarono a più riprese al volgere del secolo facendosi interpreti della quotidianità del tempo. Nel 1901 Alberto Pisa ritrasse i medesimi luoghi, richiamando nel taglio compositivo le scene urbane impressioniste che aveva potuto apprezzare durante un breve soggiorno a Parigi nel 1886. In questa tela, l’artista definisce l’ambiente cittadino attraverso pochi elementi essenziali: la strada e il marciapiede luccicanti di pioggia, la diagonale del ponte, la fila delle carrozze. Sembrerebbe essersi ispirato ai dipinti di John Atkinson Grimshaw, pittore tardo-vittoriano che aveva dato del tradizionale paesaggio romantico al chiaro di luna un’innovativa interpretazione urbana. In questo caso, però, la luce che filtra dalla coltre di vapore e nebbia non proviene dal cielo, ma dal faro di un’invisibile locomotiva e dai lumi dei lampioni e delle vetture. Spaesate figure si muovono nella scena percorrendo indifferenti la loro strada: una madre protegge il suo piccolo dal freddo mentre il padre, un operaio, guarda lontano con le mani affondate nelle tasche del giaccone. Questa è una delle opere più significative di Alberto Pisa e suscitò un certo interesse quando venne esposta alla Biennale di Venezia del 1901, tanto che alcuni cittadini ferraresi la acquistarono per poi donarla alle raccolte civiche.