Ambito lombardo
Mandola, secondà metà del XVIII secolo
Noce, acero e abete
Palazzina Marfisa, inv. PME78
Lo strumento, venne acquistato da Barbantini per arricchire lo spazio dello studiolo. Appartenente alla famiglia dei liuti e identificabile come mandola, è un esemplare a pizzico di pregevole fattura, realizzato nell’ambito lombardo nella seconda metà del Settecento. Il guscio è composto da 19 doghe in legno di noce, elegantemente intervallate da sottili filetti in legno di acero, secondo una tecnica costruttiva tipica della liuteria dell’epoca. La tavola armonica, in abete rosso, è formata da due pezzi giuntati a libro con venatura fitta al centro e più rada verso i bordi. Al centro si apre una rosetta intagliata in legno di noce, di forma geometrica suddivisibile in quattro settori, posizionata sopra la catena che attraversa orizzontalmente il foro armonico. Questo strumento si inserisce in un contesto storico di riscoperta e rielaborazione della tradizione degli strumenti a pizzico nella prassi musicale lombarda. In particolare, testimonia il revival della mandola come alternativa al più moderno mandolino, proponendone un uso rinnovato attraverso un’accordatura e una tensione delle corde un’ottava inferiore rispetto al mandolino lombardo, in linea con i mutati gusti musicali dell’epoca che miravano al recupero di sonorità più antiche.