Arrigo Minerbi
(Ferrara 1881 – Padova 1960)
Il pianto del fiore (calco dalla tomba Radaelli, Cimitero Monumentale di Milano), 1922
Gesso, cm 167 x 67,5 x 17
Ferrara, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Filippo de Pisis”, inv. 1000
Dopo la formazione alla civica scuola d’arte di Ferrara, Minerbi si sposta a Firenze, dove approfondisce la conoscenza dei maestri del Rinascimento e lavora come «ceramista» e «decoratore» per guadagnarsi da vivere. Probabilmente nel capoluogo toscano entra in contatto l’ambiente estetizzante che guarda ai preraffaelliti inglesi, e con lo stile floreale di Galileo Chini ispirato al secessionismo di Gustav Klimt, come mostrano le opere minerbiane in cui la rappresentazione del nudo in forme diafane e stilizzate si accompagna a un tripudio di elementi vegetali. Con il trasferimento prima a Genova e, dopo la prima guerra mondiale, a Milano, il linguaggio di Minerbi si arricchisce a contatto con maestri della scultura tardosimbolista come Leonardo Bistolfi e Adolfo Wildt.
Il pianto del fiore, datato al 1922, è entrato nelle collezioni del museo a seguito della donazione dell’artista di un significativo gruppo di sculture alla propria città. È un calco in gesso del riquadro centrale del monumento funebre ad Angelo Radaelli (1856-1918), presso il Cimitero Monumentale di Milano. Il titolo si legge in calce alla stele e si ricollega all’epitaffio posto sulla base – «Fu la casa il tuo tempio / il giardino il tuo regno» – con una probabile allusione alla passione per il giardinaggio o alla professione di giardiniere.
Il nudo efebico e levigato sembra voler emulare l’arte quattrocentesca studiata nel periodo fiorentino e probabilmente risente della raffinata rilettura dei preraffaelliti, ma anche delle eleganti cadenze della scultura di Chini. Minerbi raggiunge questa perfetta «sintesi tra naturalismo e stilizzazione delle forme» guardando anche all’esempio di Bistofi e Wildt.