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Cosmè Tura

(Ferrara, c. 1433 – 1495)

La principessa e San Giorgio uccide il drago; Angelo annunciante e Vergine annunciata, 1469

Tempera grassa su tela

Museo della Cattedrale, invv. MC053-MC056

 

L’antico organo della Cattedrale di Ferrara, realizzato dal celebre frate Giovanni da Mercatello, era posto al centro dell’abside ed era chiuso dalle quattro tele di Cosmè Tura che ne costituivano gli sportelli. Rimaste legate alla cassa lignea fino al XVIII secolo, quando l’organo quattrocentesco fu sostituito da un nuovo strumento, le tele furono pagate al pittore nel giugno 1469, data poi divenuta cardine nella ricostruzione cronologica della cosiddetta Officina ferrarese. L’attuale disposizione museale, che consente la visione unitaria, non rispecchia l’originaria collocazione: le ante dipinte all’interno e all’esterno erano destinate ad essere aperte e chiuse, in relazione all’utilizzo dello strumento musicale. A sportelli aperti erano visibili, a sinistra, l’Angelo annunciante e a destra, la Vergine annunciata. Ad ante chiuse, invece, i fedeli potevano ammirare il grandioso San Giorgio e La principessa, una delle scene più drammatiche della pittura italiana del Quattrocento. Nonostante l’inscurimento delle tele tipico della tempera grassa, l’opera conserva ancora oggi tutta la potenza espressiva e la straordinaria fantasia rappresentativa di Tura. La grandezza dell’artista ferrarese si coglie appieno nella raffigurazione della principessa che fugge terrorizzata, adorna di monili preziosi che riecheggiano le arti decorative così amate dagli Estensi, o nell’indimenticabile san Giorgio, il cui cavallo imbizzarrito ha la stessa lucentezza materica delle sculture bronzee di Niccolò Baroncelli e di Domenico di Paris, attivi in quegli anni a Ferrara anche nella stessa Cattedrale.