Gaetano Previati
(Ferrara 1852 – Lavagna 1920)
Le Muse, 1902
Olio su tela, cm 33 x 92
Museo dell’Ottocento, inv. 8315
Sul retro: cartiglio “The New York Cultural Center, 2 Columbus Circle, New York 10019”
Il dipinto compare per la prima volta nel 1902-03 alla mostra collettiva alla Permanente di Milano, e viene riprodotto entro il 1914 in una fotografia storica dell’archivio della Società per l’Arte di Gaetano Previati acquisito dal Comune di Ferrara nel 2021.
Dalla letteratura del tempo sappiamo che negli anni Venti apparteneva alla raffinata collezione del direttore d’orchestra Arturo Toscanini, il quale coltivava un rapporto privilegiato con la pittura e nutriva una particolare predilezione per Le Muse, poiché poteva ravvisarvi, tanto nel soggetto quanto nella gamma cromatica e nella stesura fluida e ritmica della pittura, la trasposizione visiva del principio della comunione tra le arti, ovvero il Gesamtkunstwerk: concetto elaborato dal compositore Richard Wagner che indica la fusione tra il linguaggio pittorico e musicale allo scopo di creare un effetto artistico totale. Previati era un appassionato conoscitore musicale ed infatti la sua produzione è costellata di riferimenti sinfonici, tanto da rappresentare la fluidità della musica in pittura attraverso delle forme incorporee come il suono.
In questa tela le figure sono disposte in successione orizzontale, in modo ripetitivo e con movenze musicali, richiamando schemi ricorrenti anche nel simbolismo europeo. Le Muse è in stretta correlazione con la celebre Maternità del 1891, passata alla storia come il vessillo delle nuove teorie divisioniste e simboliste: il critico-artista Vittore Grubicy definisce l’arte di Previati «ideismo musicale» proprio perché restituisce un’idea mistica, «la cui bellezza estetica risiede nella sua indeterminazione simbolica».
Per diverso tempo si sono perse le tracce di questo dipinto che fu probabilmente trasportato negli Stati Uniti durante il secolo scorso ed è riemerso solo nel 2007 in una mostra a Livorno e Parma sulla collezione Toscanini. Nel 2022 è stato donato dalla Fondazione Pianori alle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.