Guglielmo Giraldi
(doc. a Ferrara tra il 1441 e il 1494)
Bibbia di San Cristoforo alla Certosa, c. 1467-75
Membranaceo, 4 voll.
Museo Schifanoia, invv. OA 1346, 1347, 1348, 1349
La monumentale Bibbia in quattro volumi proveniente dal monastero certosino di San Cristoforo è uno dei capolavori della miniatura rinascimentale ferrarese. La trascrizione della Bibbia venne affidata al monaco professo Matteo d’Alessandria, che avviò il lavoro intorno al 1467 per concluderlo poco oltre il 1475. L’ipotetica datazione risulta pienamente confacente all’attribuzione per via stilistica dell’intero apparato decorativo a Gugliemo Giraldi e alla sua bottega, che portò a compimento l’incarico ben oltre la morte del committente. Se nel terzo e nel quarto volume, sempre riccamente miniati ma più piccoli e assai meno figurati, è difficile individuare la mano di un singolo artefice, nel secondo, e ancor più nel primo, la regia complessiva e l’autografia di Giraldi sono indiscutibili. In quest’ultimo codice, che inaugura il ciclo biblico e che contiene i prologhi di san Girolamo oltre ai sette libri prescritti in Quaresima dall’ordine certosino (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio, Giosuè, Giudici e Ruth), la critica è infatti ormai concorde nel riconoscere la sola mano del maestro che, nel suo stile ormai maturo, lascia intravedere gli stretti legami con quanto si andava realizzando a Ferrara in quegli stessi anni, sia in scultura che in pittura.