X

La cantante mondana, c. 1884

Olio su tela, cm 61 x 46
Collezione Fondazione Estense, in deposito presso le GAMC

 

Nel 1871 Giovanni Boldini si trasferisce a Parigi e nei primi anni nella capitale francese realizza quadri di genere destinati a mercanti e collezionisti. All’inizio degli anni Ottanta abbandona questi soggetti, riprende l’attività ritrattistica e in parallelo avvia una produzione più sperimentale dedicata ai temi della città moderna. La sua indagine si estende anche ai luoghi della vita notturna: teatri, caffè concerto, salotti animati da musicisti, ballerine e cantanti entrano nel suo repertorio, che dimostra così la conoscenza dei dibattiti figurativi d’avanguardia e delle ricerche condotte dall’amico Degas. Boldini, infatti, adotta soluzioni compositive ispirate all’estetica fotografica per ottenere effetti di immediatezza e verità di visione. 

Uno degli esiti più radicali di questa sperimentazione è proprio La cantante mondana. Contrariamente a quanto potrebbe sembrare, la scena non è ambientata in un caffè, ma nell’atelier dell’artista. La composizione è costruita su un complesso intreccio di diagonali ed è caratterizzata da tagli improvvisi, come quello che lascia fuori dalla scena il corpo del pianista mostrandone solo le mani e il viso. L’opera propone un’inquadratura fortemente ravvicinata e un punto di vista rialzato che accentua il movimento della cantante e la repentina apertura del ventaglio. Già appartenente alla collezione dell’artista e poi transitata in collezione privata, la tela è stata acquistata dalla Fondazione Carife (oggi Fondazione Estense) nel 2008 e collocata in deposito presso il Museo Giovanni Boldini.