Home/i Musei/Palazzina Marfisa d'Este
Palazzina Marfisa d’Este
Palazzina Marfisa d’Este: un viaggio nella raffinata vita rinascimentale di Ferrara, tra arte, storia e atmosfere d’epoca
ORARI
9.30-13.00 | 15.00-18.00 da martedì a domenica
Chiuso il lunedì
Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura
PRENOTAZIONI
Palazzina Marfisa d’Este è una delle dimore storiche più importanti di Ferrara, legata alla figura di Marfisa, donna di straordinario carattere, raffinata cultura e appassionata sostenitrice delle arti. La sua residenza è oggi restituita alla città attraverso un attento progetto di valorizzazione. A seguito di un lungo restauro il Museo presenta oggi un nuovo allestimento, che rispetta le stratificazioni storiche dell’edificio e le trasformazioni novecentesche, offre un percorso espositivo arricchito, attento all’accessibilità e alla comprensione del patrimonio esposto.
Un dialogo armonioso tra dipinti, arredi antichi, monete, ceramiche, oggetti d’epoca, sale affrescate e architetture rinascimentali regala un’esperienza di visita suggestiva e inclusiva. Attraverso otto sale, i visitatori potranno scoprire la storia e i personaggi della Palazzina, a partire dal suo fondatore Francesco d’Este e da sua figlia, Marfisa, passando dalla sua decadenza fino alla rinascita novecentesca.
L’intero percorso è poi fruibile anche grazie all’ausilio dell’app Museum Mix che permette di accedere a curiosità, foto inedite e altri contenuti per rendere la visita più completa, ricca e coinvolgente
La storia
Costruita tra il 1556 e il 1560 per volontà di Francesco d’Este (1516-1578), la Palazzina Marfisa è una delle ultime residenze dei signori di Ferrara. Nei documenti dell’epoca è indicata come “fabrica della Zoeca” e viene edificata sotto la direzione del celebre pittore Camillo Filippi. La decisione di Francesco di realizzare la sua nuova residenza lungo l’asse viario della Giovecca segna profondamente quest’area urbana allora in grande trasformazione e dà vita a uno dei più prestigiosi complessi di palazzi e giardini della città tardo-rinascimentale, che comprendeva anche i vicini Palazzi Bonacossi e Schifanoia .
Dopo la morte di Francesco nel 1578, la Palazzina viene ereditata dalla figlia Marfisa: è lei a trasformarla in un vivace centro intellettuale, frequentato da artisti, poeti e musicisti. Con la sua scomparsa, nel 1608, inizia un lungo periodo di decadenza. Nei secoli successivi l’edificio è frammentato, modificato, destinato ad usi artigianali e industriali che ne danneggiano gravemente le strutture e gli interni.
La svolta arriva nel 1861 con l’acquisto da parte del Comune di Ferrara, che avvia il recupero a partire dai primi del Novecento grazie all’associazione Ferrariae Decus e a importanti artisti locali come Giuseppe Mazzolani, Augusto Pagliarini ed Enrico Giberti. Tra il 1937 e il 1938, in occasione del centenario della Cassa di Risparmio di Ferrara, la Palazzina viene trasformata in uno spazio di rappresentanza cittadino. I restauri architettonici sono completati dall’ingegner Carlo Savonuzzi, mentre Nino Barbantini cura l’allestimento, ricreando grazie ad arredi e oggetti d’epoca una dimora che evoca la vita quotidiana ai tempi di Marfisa.