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Palazzo Massari

I musei di Palazzo Massari sono chiusi per lavori di restauro. 

È possibile accedere alle collezioni online per scoprire le opere e la storia dell’arte ferrarese dall’Ottocento alla contemporaneità.

I musei di Palazzo Massari sono chiusi per lavori di restauro. 

LA STORIA

Palazzo Massari è stato edificato a partire dall’ultimo decennio del Cinquecento, per volontà del conte Onofrio Bevilacqua, tra l’antica piazza Nova, oggi Ariostea, e il quadrivio degli Angeli, fulcro della celebre Addizione Erculea progettata dall’urbanista Biagio Rossetti alla fine del XV secolo. Durante gli ultimi trent’anni del Settecento l’edificio è stato ampliato con la costruzione della Palazzina Bianca, chiamata anche Palazzina dei Cavalieri di Malta.

Dopo alcuni decenni di incuria e spoliazioni seguiti alle conquiste napoleoniche e al tramonto delle fortune dei Bevilacqua, all’indomani dell’Unità d’Italia, il palazzo è diventato proprietà della famiglia Massari. Venduto dagli eredi al Comune di Ferrara, dal 1975 ospita le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea.

A seguito del terremoto del 2012 è stato avviato un ambizioso progetto di restauro che prevede la riqualificazione museale del Palazzo, con l’obiettivo di offrire al pubblico un nuovo e più esteso percorso attraverso le collezioni d’arte moderna – Museo dell’Ottocento, Museo Giovanni Boldini, Museo d’arte moderna e contemporanea “Filippo de Pisis” – corredato di un polo di servizi.

Nell’assetto attuale, il complesso si compone di due edifici contigui nettamente distinguibili dall’esterno: il corpo principale in stile tardo-cinquecentesco spicca per il tono caldo del mattone cotto, mentre la Palazzina Bianca in stile neoclassico deve la denominazione alle superfici chiare. Gli ambienti interni, al piano nobile, presentano invece un carattere unitario nell’elegante sequenza di sale fastosamente decorate sul modello delle regge francesi. In particolare, nell’ala rinascimentale, si conservano i soffitti affrescati compiuti poco prima del 1690 da due allievi ferraresi di Carlo Cignani, Maurelio Scannavini e Giacomo Parolini, con l’aiuto di maestri della scuola quadraturista bolognese, mentre nell’ala neoclassica risalta la ricca ornamentazione della sala degli stucchi e la sala di Ganimede affrescata a inizio Ottocento dal bolognese Giuseppe Santi. Ugualmente sontuoso è il percorso che dall’atrio di ingresso al palazzo conduce attraverso uno scalone monumentale all’ampio salone d’onore dove è stato allestito un frammento di affresco della scuola di Guido Reni con Calaide e Zete che cacciano le Arpie.

il giardino e le dependance

L’area verde annessa a Palazzo Massari era, nel Cinquecento, un fondo di proprietà della famiglia Bevilacqua, sul quale il conte Onofrio fece erigere il nucleo principale del palazzo. Negli ultimi decenni del Settecento, in concomitanza con l’ampliamento dell’edificio, l’intervento dell’architetto ferrarese Luigi Cosimo Bertelli trasformò gli orti retrostanti in un parco con giardini all’italiana in fondo al quale venne eretto il fabbricato neoclassico della Coffee house. Nelle adiacenze del palazzo vennero eretti gli edifici gemelli della scuderia e della rimessa delle carrozze.

All’indomani dell’Unità d’Italia, il complesso passò in mano ai conti Massari che disposero la trasformazione del parco in un giardino all’inglese. Dal 1936, è proprietà del Comune di Ferrara ed è stato destinato in ampia parte a parco pubblico mentre l’area attigua all’edificio principale è rimasta di pertinenza delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea. 

A partire dalla fine degli anni Settanta le due dependance hanno ospitato la programmazione espositiva del Padiglione d’Arte Contemporanea e l’attività performativa della Sala Polivalente, mentre il giardino ospita una collezione di opere di scultura contemporanea donate perlopiù da artisti che hanno esposto a Palazzo dei Diamanti o a Palazzo Massari.

A maggio 2024 è stato inaugurato lo Spazio Antonioni negli ambienti dell’ex PAC ridisegnati secondo un progetto architettonico fluido e dinamico che permette di fruire il ricchissimo patrimonio di oggetti, documenti e opere del grande cineasta ferrarese. 

LE COLLEZIONI

Il terremoto del maggio 2012 che ha reso inagibile Palazzo Massari e ne ha imposto il disallestimento è il capitolo più recente di una storia che ha avuto inizio nel 1836, con la fondazione della Pinacoteca civica. Questa istituzione, ospitata dal 1842 a Palazzo dei Diamanti, riuniva le raccolte d’arte antica e la quadreria moderna secondo un progetto di matrice illuminista e neoclassica, ispirato all’esigenza di tutelare le opere d’arte e di renderle accessibili a fini educativi e culturali. 

Nel corso dell’Ottocento, il rifiorito orgoglio municipale si riflette tanto nella produzione degli artisti quanto nella politica di acquisizioni e nei lasciti delle opere “moderne”, in cui ricorrono i soggetti celebrativi del passato estense accanto ad altri fortunati generi ottocenteschi quali il ritratto e i temi sacri, come rivelano ad esempio i dipinti di Gaetano Turchi e Giovanni Pagliarini. Con il Novecento, la lenta apertura verso le novità introdotte dall’impressionismo e dal simbolismo favorisce l’ingresso nelle collezioni delle opere di artisti delle ultime generazioni, come Previati, Mentessi, Pisa e, in particolare, Boldini. Nel 1935, grazie al lascito della vedova, viene istituito, infatti, il primo nucleo del museo dedicato a questo celebrato interprete del ritratto della Belle Epoque. Dopo la seconda guerra mondiale, tramite acquisizioni e lasciti, si costituisce un’importante raccolta di opere di Melli, Funi e De Pisis che riflette il loro originale percorso tra futurismo pittura metafisica e ritorno all’ordine. A De Pisis, in particolare, vengono intitolate le collezioni del Novecento dopo la donazione dei capolavori della collezione Malabotta. Un fondamentale incremento delle collezioni si deve alle generose donazioni della Fondazione Giuseppe Pianori.

Nel frattempo, nel 1958 le raccolte d’arte antica e moderna vengono separate: le prime diventano di pertinenza statale, mentre le seconde trovano collocazione a Palazzo Massari. È qui che tra il 1996 e il 1998 vengono allestiti il Museo dell’Ottocento, il Museo Giovanni Boldini e il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Filippo de Pisis”, con l’ordinamento che si è conservato fino a maggio 2012.

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