Le demolizioni dell’antica porta, distrutta per fare posto al nuovo sistema di fortificazione oggi ancora esistente, portarono infatti alla distruzione di tutte le decorazioni ad eccezione di quella parte di muro dove si trovava il dipinto che cadde al suolo rimanendo pressoché intatto.

L’evento, che i cittadini ferraresi e lo stesso duca ritennero miracoloso, portò a una sempre maggiore venerazione per l’immagine sacra, tanto che la testa della Vergine venne completata da un anonimo pittore, il quale fece «tutta la figura intiera col suo Figlio in piedi» e murata in uno sperone del vicino baluardo per ordine di Alfonso I.  L’evento, seguito da sempre più numerosi prodigi, portò alla costruzione della chiesa della Visitazione, o della Madonna della Porta di Sotto, detta “La Madonnina”, ultimata nel 1536.

L’edificio, con pianta a croce greca a tre navate, è oggi una delle più interessanti testimonianze architettoniche della Ferrara del primo Cinquecento, nonostante le successive modifiche della facciata, attribuibili ad Alberto Schiatti e riconducibili ai lavori di restauro post sisma del 1570. La chiesa, espropriata nel 1810 insieme al convento, divenne proprietà demaniale, e nel 1813 fu acquistata dal Comune di Ferrara e riaperta al culto. Sebbene, a seguito delle spoliazioni napoleoniche, abbia perduto buona parte dei suoi antichi arredi, conserva ancora oggi alcune interessanti testimonianze della pittura ferrarese di primo Seicento in particolare il San Carlo Borromeo di Carlo Bononi e la Visitazione di Scarsellino.