«Pittore dello schermo» (Wim Wenders), «poeta del nostro mondo che cambia» (Martin Scorsese), Michelangelo Antonioni è uno dei maestri della cinematografia moderna che ha saputo scendere «più in profondità nell’indagine dei sentimenti» (Akira Kurosawa). 

Spazio Antonioni invita ad addentrarsi in questo universo creativo a partire dai materiali conservati nell’Archivio Antonioni . Il vasto fondo di oggetti, documenti e opere che il regista ha affidato al Comune di Ferrara rispecchia la sua ricerca cinematografica e, più in generale, il suo orizzonte estetico e intellettuale: film, appunti, sceneggiature, fotografie di scena, manifesti, premi, disegni e dipinti di Antonioni, i suoi libri e i suoi dischi, l’epistolario intrattenuto con i maggiori protagonisti della vita culturale del secolo scorso. Questo patrimonio evidenzia la connessione con l’opera di artisti, registi, intellettuali che hanno ispirato il maestro o che continuano ad ammirarlo, mettendo in luce l’attualità del suo lavoro. 

Il museo, ideato da Dominique Païni in sinergia con Enrica Fico Antonioni, si offre come un luogo di scoperta e di studio dell’opera di uno dei più grandi cineasti del Novecento. Per accompagnare il visitatore in questo viaggio, lo studio d’architettura Alvisi Kirimoto ha progettato un itinerario fluido e dinamico, scandito da volumi nitidi ed essenziali, che si ispira alle atmosfere rarefatte di Antonioni e si dipana in un racconto cronologico attraverso le stagioni del suo cinema. 

Accanto all’esposizione permanente, un ampio spazio polifunzionale è dedicato ad approfondimenti e confronti, tramite rassegne cinematografiche, conferenze, workshop, eventi e mostre. Quattro sale immersive offrono la visione di sequenze dei film di Antonioni, capolavori del cinema del Novecento che continuano a interrogare la realtà del terzo millennio.